Frollini alle nocciole

Nocciole e cacao è un abbinamento classico con cui non si sbaglia mai. E le nocciole non mancano mai nella mia dispensa perché ne sono veramente ghiotta. Visto che questa settimana ho acquistato delle nocciole siciliane della zona di Avola che sono strepitose, ho rispolverato la ricetta di questi biscottini e le ho messe subito al lavoro.

Ingredienti (per 12 biscotti):
150gr nocciole tostate e pelate
50gr Ketomix Pasta Dietamedicale
40gr eritritolo
20gr cacao amaro
10gr inulina
53gr uovo (un uovo medio)
25gr burro a temperatura ambiente
1 pizzichino di sale
1 bustina di vanillina
30 gocce di Liquiflav Bulkpowders al gusto toffee
4gr ammoniaca per dolci (bicarbonato di ammonio)

Tritare le nocciole finemente. Dovrebbe bastare un normale frullatore perché le nocciole tostate sono particolarmente friabili ma, se ne ricavate solo una granella non particolarmente fine, ripassatele brevemente anche nel macina caffè.

Mescolate tutti gli ingredienti a mano in una terrina proteggendovi le mani con i guanti monouso (per non incorrere poi nella tentazione di leccarvi le dita alla fine, perché l’ammoniaca, finché l’impasto è crudo, è veramente disgustosa…).

Dividere l’impasto in 12 palline, schiacciarle leggermente e posizionarle su una leccarda foderata di carta da forno o con un tappetino in silicone da forno. Incidere la superficie delle palline utilizzando un taglia-mele per ottenere un decoro a mo’ di sole. L’intaglio favorisce la penetrazione del calore nei biscotti che rimangono un po’ altini e ne facilita la lievitazione (che in questi impasti molto densi è sempre un po’ scarsa).

Cuocere in forno a 160°C per 18′. Attenzione che non si scuriscano sui bordi. Sfornare e disporre su una gratella a raffreddare. Una volta completamente freddi, conservare in una scatola a chiusura ermetica. Si conservano per circa una settimana.

Valori nutrizionali:

Macronutrienti espressi in grammi e calcolati con la app Ketonet. Carboidrati calcolati al netto dei polioli dell’eritriolo.

Ratio chetogenica: 2,34.

Il costo di un biscotto è di circa 0,40€ (calcolando solo gli ingredienti).

Se poi fate come me che in prossimità di cheto-compleanni ne preparo una dose per me ed una da regalare, qui c’è la tabella di moltiplicazione degli ingredienti:

Tazzina al profumo d’anice

Il profumo dell’anice mi fa sempre venire in mente i pranzi della domenica dalla nonna di quando ero bambina. Eravamo un esercito di zii e cugini (mai meno di 20 persone) suddivisi tra sala da pranzo e cucina. Ecco, il profumo di anice per me è inscindibilmente legato al ricordo del momento del caffè alla fine di quei pranzi.

Questa ricetta è un adattamento di una ricetta di Jamie Oliver che ho usato come base per abbinare gli aromi dell’anice e del caffè in un dolcetto da servire a fine pasto. Non è leggerissimo, sono d’accordo, ma è uno spettacolo di profumi e di piacere che tutti i vostri ospiti cheto e non apprezzeranno parimenti.

Inoltre questa ricetta ha il vantaggio di non richiedere alcun ingrediente che non si trovi comunemente al supermercato, quindi si può realizzare senza dover fare prima acquisti strategici.

Ingredienti per 6 tazzine:
170gr panna fresca
3 frutti di anice stellato (più altri 6 se li volete utilizzare come decorazione)
100gr cioccolato fondente all’85%
5gr caffè solubile
10gr burro sciolto (fuso e lasciato raffreddare a temperatura ambiente)
1 uovo fresco suddiviso in tuorlo e albume
0 (zero) dolcificante

Portare a bollore la panna e lasciare in infusione i 3 anici stellati per 30′ poi rimuovere. Se la panna è diventata troppo tiepida, riscaldare nuovamente un po’. Spezzare il cioccolato nella panna tiepida e lasciarlo sciogliere. Aggiungere il caffè solubile ed il tuorlo e mescolare bene con una frusta. Quando la miscela non è più calda, aggiungere il burro fuso a temperatura ambiente, altrimenti il composto impazzisce. Mescolare molto bene con la frusta. Montare a neve (non ferma) l’albume ed incorporarlo delicatamente alla miscela. Suddividere la miscela in 6 tazzine da caffè e refrigerare un paio d’ore in frigorifero prima di servire.

Si può anche preparare il giorno prima, ma consiglio di consumarlo entro 24 ore e di conservarlo tassativamente in frigorifero perché l’uovo crudo non si conserva a lungo e non può essere tenuto fuori frigo per il rischio di proliferazione batterica.

Valori nutrizionali:

Macronutrienti espressi in grammi e calcolati con la app Ketonet

Ratio chetogenica: 2,41.

Se siete curiosi di vedere com’era la versione originale di Jamie Oliver, la trovate nel suo libro Jamie Oliver, The Return of the Naked Chef a pag. 242. La presentò anche in una puntata di una delle sue prime serie televisive. L’impianto si presta molto facilmente ad una rivisitazione cheto con pochissime modifiche. La ricetta originale era una mousse alcolica e prevedeva l’uso del brandy. Io l’ho provata anche con il rum e l’ho trovata notevole, quindi se apprezzate i superalcolici potete sempre fare una versione cheto-alcolica (brandy o rum si prestano perché non contengono carboidrati) aggiungendo un paio di cucchiai di liquore alla miscela (naturalmente saltando l’infusione con l’anice).

Keto-pancakes con farina di mandorle

Ho sempre una scorta in freezer di queste frittelle per le mattine in cui non riesco a prepararmi altro. L’ultima volta ne ho fatte un’infinità perché avevo della panna che scadeva e mi sono sembrate un buon modo per farla fuori.

La ricetta è la medesima dei miei waffles cheto alla quale basta aggiungere 5gr di lievito per dolci nella pastella, così le frittelle verranno belle soffici e cicciotte.

Per avere frittelle di dimensioni uniformi io uso una padella apposita antiaderente che ha quattro alveoli tondi, così la pastella non corre da tutte le parti e le frittelle risultano tutte grandi uguali. La mia padella è un souvenir di Helsinki di più di venti anni fa, ma sono certa che si può riuscire a trovare qualcosa di simile anche ora nei negozi specializzati o online.

Nei prossimi giorni metterò un po’ di calcoli di valori nutrizionali per frittella (così chi ha limitazioni di calorie saprà come regolarsi). Intanto mi limito a ricordarvi che la ratio chetogenica di questa ricetta è 2,13, che aumenta ulteriormente se servite le frittelle con una spruzzata di panna montata non zuccherata e sciroppo zero (io ho usato quello al gusto butterscotch di Bulkpowders)