Pangrattato fatto in casa a bassissimo tenore di carboidrati

Il pangrattato cheto è un prodotto che molti marchi di alimenti chetogenici offrono bell’e pronto. Per esempio c’è quello propriamente chetogenico in libera vendita di Dietamedicale, oppure quello low carb de Il Pane di Rivalta. Online si trovano diverse altre marche. Lo si può fare anche riciclando grissini/fette biscottate/crostini chetogenici di cui c’è ampia scelta sul mercato e che magari avete già in casa, frullandoli fino a ridurli in briciole fini.

Io compro pochi prodotti pronti e tendenzialmente faccio tutto quello che posso da me, anche perché si spende di meno, quindi mi sono fatta il mio pangrattato. Ci sono diversi passaggi da fare, è vero, ma se ci si mette in un giorno in cui si fa il pane (senza farina anche lui, ovviamente), si possono ottimizzare i tempi ed i costi.

Ingredienti:
100gr sfarinato Ros Uni de Il Pane di Rivalta
70gr acqua fredda
2,5gr lievito di birra fresco
2,5gr sale

Tra gli ingredienti, volutamente, non c’è l’olio, perché così il pangrattato si conserva più a lungo inalterato senza irrancidire.

Ho scelto, altrettanto volutamente, di utilizzare lo sfarinato Ros Uni invece del Lombardia (quest’ultimo sarebbe quello specifico per la panificazione) perché se ne ricava un pangrattato più croccante.

Sciogliere il lievito nell’acqua, aggiungere allo sfarinato ed impastare a lungo. Aggiungere il sale solo alla fine. L’impasto non sarà bello, sembrerà un po’ stracciato, ma è giusto così perché dipende dalle caratteristiche dello sfarinato Ros Uni che è piuttosto sabbioso perché veramente molto ricco di fibre.

Suddividere l’impasto in due pagnotte tonde e schiacciate e mettere a lievitare in teglia coperto con un panno umido e al calduccio per 2-3 ore. Non lieviterà tantissimo, ma va bene anche così.

Cuocere in forno preriscaldato a 175°C per 1 ora. Sfornare, tagliare a metà in orizzontale e rimettere in forno a tostare finché non sarà diventato duro, magari abbassando la temperatura a 160°C. L’idea è che deve evaporare tutta l’acqua.

Sfornare nuovamente, lasciare raffreddare, fare a pezzi e frullare con la lama finché non è ridotto in briciole. Mentre si frulla, controllare ogni tanto la finezza della grana delle briciole: non devono essere né troppo grossolane, né finissime come farina.

Se vi pare che le briciole siano ancora umide, rimettetele in teglia a tostare in forno. Oppure potete tostarle in una padella larga sul fornello. L’acqua deve evaporare completamente ed il peso a cotto sarà esattamente quello degli ingredienti a crudo.

Riporre in un barattolo e chiudere ermeticamente. Si conserva bene per diverse settimane. L’ultima volta l’ho fatto a Natale e dopo più di un mese è ancora perfetto.

Valori nutrizionali per 100gr:

Valori nutrizionali calcolati con la app Ketonet

Ratio chetogenica 0,03 che è troppo bassa per farne un alimento chetogenico vero e proprio, ma ha un tenore di carboidrati sufficientemente basso per renderlo un complemento utile anche nelle ricette chetogeniche, visto che non se ne usa poi tantissimo.

Si può utilizzare per la panatura delle cotolette, per fare il pane per i gratè da usare per gratinare le verdure o per condire il pesce prima di grigliarlo. E ci si possono anche fare dolci come il cheto bustrengo.